
Durante i mesi invernali una cosa che va tenuta in considerazione, e quello va fatto prima di ogni altra cosa, è il bollettino metereologico; per quelli come noi che abitano leggermente fuori dalla città essere a conoscenza delle condizioni climatiche è vitale. Qui abbiamo due modi per essere aggiornati sulle previsioni del tempo, la prima è sintonizzarsi sulle frequenze dell’emittente radiofonica locale che trasmette bollettini meteo con una certa frequenza, l’altra è accendere il mio ricetrasmettitore lincoln e ascoltare le chiacchierate dei tanti radioamatori. In questo caso, però, bisogna prendere con cautela quello che viene detto, anche perché se qualcuno è in vena di scherzi si rischia di prepararsi la tenuta estiva ed uscire con -15° al terreno.
Fortunatamente l’emittente radiofonica è precisa, e comunque un’occhiata dalla finestra la si da sempre prima di decidere come prepararsi, e oggi non nevica. Il mio chalet si trova a circa 15 chilometri dalla città, metro più metro meno, distanza che potrebbe essere coperta in poche decine di minuti se percorsa in macchina; se invece la strada non è minimamente percorribile a causa della neve in motoslitta ci si impiega diverso tempo in più.
Naturalmente è indiscutibile che poter percorrere a piedi il sentiero che taglia per la foresta è la cosa più bella; partire alle prime luci dell’alba con i soli rumori della montagna è immenso. I raggi del sole, che attraversando le foglie degli alberi, illuminano la strada battuta creano come dei disegni, delle forme, e a seconda di come queste ombre sono lunghe hai la percezione del tempo che passa. Il corso d’acqua, che segue con le sue forme arrotondate il sentiero, resta quasi sempre inaccessibile; ci puoi arrivare solamente in due punti ben precisi dove il dislivello si ammorbidisce e ti permette di scivolare verso le sue rive senza rischiare di finirci dentro. E’ in quel corso d’acqua che vado a pescare, dove trascorro giornate meravigliose nelle quali mi ricarico completamente da ogni fatica.
Preparare la macchina è un’altra attività che bisogna fare con cura e attenzione, a secondo di quello che dovrò prenedere dovrò caricarla con tutto quello che mi servirà poi in città. Per questo motivo bisogna considerare che il sedile anteriore è off limits perché è il posto di Hoshi, dove lei si siede e guarda la strada mettendo il muso fuori dal finestrino; mi sono sempre domandato come possa non darle fastidio l’aria così fredda, ma pare che le piaccia molto… e piace molto anche alle persone che incontriamo durante il tragitto che salutano sempre prima lei di me. Fin da cucciola è sempre stata molto diffidente con le persone che non frequentava abitualmente; molto territoriale ed assolutamente possessiva e questa, con gli anni, si è rivelata una grande qualità che ci ha permesso di uscire da diverse situazioni poco piacevoli. Nonostante la sua taglia sia imponente ha la capacità di raggomitolarsi davanti ai miei piedi fino a sembrare un cuscino buttato sul tappeto; lo fa ogni volta che mi siedo davanti al camino a godermi il caldo delle sue fiamme e l’inconfondibile crepitio che produce il legno che arde.
Abbiamo letto molti libri insieme, tanti erano di mio padre e quelli li ho letti e riletti fino a saperli a memoria; le copertine ormai sono logore, in molte pagine ritrovo ancora i suoi appunti, note, sottolineature e a volte addirittura domande alle quali voleva trovare risposta. Sono molto più di semplici libri, sono veri e propri spazi temporali dove mi perdo senza rendermene conto, dove viaggio a ritroso con la memoria. Ricordo le sue parole quando mi raccontava delle gesta del Capitano Achab che solcava gli oceani alla ricerca del capodoglio bianco… ricordo che faceva persino il rumore delle onde e il fragore dei tuoni durante la tempesta, o quando mi raccontava della vita di David Copperfield e di tutti i personaggi strampalati che lo accompagnavano per tutta la storia, ancora oggi non saprei dire quali tra questi fosse il mio preferito. Non ne avevo mai abbastanza, avrebbe potuto leggermi cento volte lo stesso libro ed ogni volta sarebbe stato diverso. Ricordo il suo sorriso mentre mi sorprendeva a guardare l’orologio… a volte avrei voluto giornate fatte di sola sera.
Li ho ancora tutti i libri di mio padre, li conservo con amore ed orgoglio ed ogni volta che posso mi siedo sulla poltrona davanti al camino e li rileggo; ogni volta è come se fosse la prima ed ogni volta sento il mio corpo farsi leggero perdersi tra le pieghe di un tempo narrato tra quelle pagine.
Si, mi perdo, come faccio spesso, anche adesso… ho ancora molte cose da fare.

Flying Nathan

